1979: nei juke-box appare l'etichetta del 45 giri

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Articolo tratto da "LA TORRE" - agosto 1979

Tamerici del cantautore

Dario D'Arena (al secolo Cafazzo) ha saputo cimentarsi ottimamente nell'arena di questa canora estate bisaccese.
  Avevamo previsto i successi della sua "ballata" ecologica e cacciatora, ma, in effetti, non credevamo che la bontà dell'esecuzione e l'unicità della composizione avrebbe suscitato tanto entusiasmo e anche, per ingiusta contrapposizione di qualche sparuto - forse sprovveduto - gruppetto di millantatori di se stessi, una sotterranea polemica su ciò che è cultura e ciò che è puro asservimento ai canoni di una estetica (fosse pur essa musicale) sostanzialmente di parte. A questo gruppo vale la pena di ricordare... le sovrastrutture dell'arte secondo K. Marx? Non credo che le abbiano mai capite. Ma lavar la testa all'asino... si perde tempo e sapone.
  Basta dire a favore di Dario che il suo repertorio è stato inserito nel programma delle feste "Estate in Alta Irpinia" e che la sua chitarra ha suonato nell'Episcopio di Sant'Andrea di Conza, dove un pubblico entusiasta ha applaudito a lungo per la matrice popolare e la briosità della ballata, restando a bocca aperta davanti alla nuova proposta culturale. Non è sempre vero - ha asserito qualcuno con buon senso critico - che l'arte sia solo contestazione; spesso questa è il paraocchi che vuole immettersi a tutti i costi solo in settori di élites culturali (?) della nostra (e di altre) zone.
  Il disco di Dario è anche, da un punto di vista culturale, una proposta ecologica in chiave umoristica (seconda parte) e, se vogliamo dargli un connotato politico, è la presa di coscienza del polìtes, di un semplice cittadino, di fronte a un problema, quale l'impoverimento del patrimonio faunistico (prima parte della ballata).
  Ma tagliamo la testa al toro ed entriamo nelle fauci del lupo: D'Arena ha composto un brano dove una musica orecchiabile e piacevole si è felicemente armonizzata con un testo realistico, poetico, unico per il genere del nostro dialetto.
  Si possono dire molte altre cose: basta pensare alla nostra gente che applaudiva Dario alla Festa dell'Amicizia nella gremitissima Piazza Duomo, ai fiori che hanno voluto regalargli con la targa-ricordo per la prima presentazione al pubblico del disco, ai juke-box della zona dove gettonano la ballata fino a tardi! Sarrà chisà!!! Ma è certo che se accendi le radio libere della provincia, anche lì ti troverai il tuo buon Dario, aedo in cerca di fortuna. Molti radioascoltatori, anzi, l'anno ascoltato addirittura sulle onde della radio Nazionale (Radio1), trasmissione "Voi ed io '79".
  Quale cacciatore più fortunato? Ormai le sue tamerici cantano.

Nicola Arminio