Sembra scritta in piena "Epoca d'oro" la canzone che sto per presentarvi, invece è dei giorni nostri:

CARMELA del 1976, versi di Salvatore Palomba, musica di Sergio Bruni.

Un'autentica perla degna della migliore tradizione classica napoletana, che si inserisce a buon diritto nella gloriosa Storia della Canzone napoletana.
Una canzone che si fa apprezzare nella sua interezza, sia dal punto di vista poetico che musicale. Ha riscosso grande successo anche all'estero, ottenendo in Giappone, dove esiste addirittura un Museo della Canzone napoletana, una duplice versione: una corale e l'altra per voce solista.

Salvatore Palomba, l'autore dei versi, è, senza dubbio, il più grande e rappresentativo poeta napoletano vivente. E' stato dirigente di una importante azienda editoriale. Ha scritto per quotidiani e riviste, per la radio, la televisione e il teatro. Ha pubblicato due libri di poesie: "Parole overe", di cui mi fece omaggio, apponendovi una affettuosa e per me gratificante dedica e "Chisto è nu filo d'erba e chillo è 'o mare", oltre ad altri interessanti scritti su Napoli.
Fra le canzoni ricordiamo:

  • " 'A pianta 'e stelle", musicata da E. Lombardi;

  • la dolcissima " 'A vita mia", musicata da A. Vian, il grande compositore di "Luna rossa";

  • " 'O matusa", musicata da Eduardo Alfieri, primo premio al Festival della Canzone napoletana del 1967;

  • "Tradimento", musicata dallo stesso Alfieri, compositore della popolarissima " 'A sonnambula".

  • Dal felice e prolifico sodalizio con Sergio Bruni nacquero "Belzebù", "Carmela", "Chiappariello", " 'O guardamachine" e "Amaro è 'o bene", altra canzone di grande successo dopo "Carmela".

Di Sergio Bruni, pseudonimo di Guglielmo Chianese, cantante e compositore, devo dire innanzitutto che è stato uno dei più grandi interpreti della canzone napoletana. Scomparso di recente, era nato da una poverissima famiglia di origine contadina a Villaricca, poco lontano da Napoli. A nove anni si iscrisse ad una scuola serale di musica e ad undici si esibiva come suonatore di clarinetto nella banda musicale del suo paese.
Nel 1943 venne gravemente ferito in uno scontro a fuoco con i tedeschi durante le Quattro giornate. Nel 1944 debuttò come cantante, intraprendendo una lunga e luminosa carriera.
E' stato il mio idolo e il mio modello fin da quando, ragazzino, mi avvicinai alla canzone napoletana, affascinato com'ero dal suo desiderio di perfezione che animava e caratterizzava tutta la sua attività professionale, di cantante e di compositore.

Fra le sue canzoni ricordiamo:

  • "Palcoscenico", su versi del grande poeta Enzo Bonagura, che è, tra l'altro, l'autore di "Scalinatella" e "Maruzzella";

  • " 'Na bruna", in collaborazione col musicista Augusto Visco, su versi di Aniello Longella;

  • su versi di Salvatore Palomba ha composto le già citate "Belzebù", "Carmela", "Chiappariello", " 'O guardamachine" e "Amaro è 'o bene".