La poesia di D'Arena nell'antologia dei classici

La melodia napoletana va in Basilicata, e porta la firma, la voce, la passione, e l'orgoglio di un irpino-napoletano quale Dario D'Arena. I due appuntamenti da non perdere sono il primo stasera a Melfi, nella piazza principale, il secondo a Rionero in Vulture, nel palazzo di Giustino Fortunato, il grande meridionalista che ha lasciato al Comune questo splendido edificio patrizio. Dario D'Arena offrirà
la sua poesia in musica, - ovvero una ricca antologia della canzone napoletana, nella corte a cielo aperto, scenario incantevole dello stesso palazzo. Ma la voce di Dario D'Arena sarà un dono da non perdere per tutta l'Irpinia, quando il maestro si fermerà nella sua Bisaccia, paese di origine; qui, il venti agosto, con la sua inseparabile chitarra, offrirà il meglio nella corte del castello ducale che fu di Federico II. Queste serate avranno un momento di approfondimento in più: nella sua antologia, infatti, vorrà rendere omaggio a due indimenticabili artisti recentemente scomparsi, Roberto Murolo, grande vecchio della canzone napoletana, e Sergio Bruni, autore della strepitosa Carmela.
E il suo gradito ritorno già è stato salutato sulle schermi di Telenostra, quando, agli inizi di luglio, l'artista noto al grande pubblico irpino e non solo, cantante-chitarrista, autore e compositore, ha segnato delicati momenti musicali. Storia importante, la sua. Ha infatti scritto canzoni per cantanti di ieri e di oggi; un nome per tutti: Mario Merola, che ha portato in giro per il mondo la ormai famosa “Pe n' ora 'e freva”, scritta dal nostro cantautore irpino-napoletano, canzone che poi è entrata a far parte della colonna sonora dell' ultimo film di Merola " Guapparia" , distribuito dalla Clemi Cinematografica di Roma. Stiamo parlando di Dario D'Arena che, bisogna aggiungere, è anche un profondo ed appassionato studioso della " Storia della canzone napoletana”, alla quale ha dedicato gran parte della sua vita.
A Telenostra, insieme con il direttore Gianni Festa, Dario ha proposto una “Antologia della canzone napoletana” alla quale ha dato per titolo “Napoli prima e dopo” , intendendosi per prima la canzone classica, quella dell'epoca d'oro (1880-1930) e per " dopo" la canzone del secondo dopoguerra, quella più recente.
La sua antologia è la Napoli classica, quella dei grandi poeti e dei grandi musicisti che hanno resa celebre Napoli in tutto il inondo. E allora si va da “Io te vurria vasà” di Vincenzo Russo e Edoardo Di Capua a “Dicitencello vuje” di Enzo Fusco e Rodolfo Falvo del 1930, anno in cui si chiude 1'epoca d'oro della canzone napoletana.
La seconda puntata riguarderà le canzoni del secondo dopoguerra a partire dal 1945, quando Napoli tentò di rilanciare la canzone napoletana nel mondo ad opera di un grande poeta: Michele Galdieri, autore, tra 1'altro, della famosissima “Munasterio 'e Santa Chiara” , per arrivare, poi, agli anni '80.
Il tutto, ovviamente, presentato e cantato, come è nel suo stile, in chiave storica, musicale, culturale, aneddotica.
Allora, stasera a Melfi, il diciotto a Rionero in Vulture, il venti a Bisaccia: l'arte e la poesia, attraverso l'antologia della musica napoletana, saranno in grado di regalare emozioni uniche, come solo il maestro D'Arena sa fare.