Enciclopedia della Canzone Napoletana D'Arena Dario all'anagrafe Dario Cafazzo cantautore chitarrista Bisaccia (Avellino) |
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Irpino come Aurelio Fierro, crebbe ascoltando alla radio Sergio Bruni, Franco Ricci, Nunzio Gallo, Roberto Murolo. Imparò a suonare la chitarra e si diplomò al magistrale. II primo incarico da maestro lo ebbe a Porto d'Ischia, sette anni passati a scuola di mattina e nei locali la sera, la Lampara, il Rancio Fellone, la Romantica a Forìo. Erano i fantastici anni ‘60. Trasferito a Napoli, conobbe la collega Pina Donatiello, la sposò e con lei andò a vivere in via Firenze al Vasto, dov'è tuttora. Perfezionò la conoscenza della musica all'Istituto Pergolesi a1 Vomero e continuò a cantare. Nel 1979 gli venne voglia di comporsele pure e firmò La
ballata del cacciatore, nel filone del folk irpino, incisa su un 45 giri della
Phonotype. Vanna Brosio la trasmise alla radio per tre settimane di fila nel suo
programma Voi e Io. Era ecologica, D'Arena smise dì andare a caccia. |
I premi per D'Arena D'Arena ha ricevuto il Premio Cantautore, ottenuto a fine anni `60 nel concorso al Teatro 2000 con Pe’ n’ora ‘e freva (orchestra diretta da Enzo Barile); la Coppa Rionero in Vulture a fine anni ‘70; e il Rizzoli, consegnatogli dal poeta Salvatore Palomba. |
Nel 1982 arrivò il primo 33 giri per la Said Record del calabrese Salvatore Idà, s'intitolava Napule, sì 'na canzone come il bel brano su versi di Raffaele De Novellis.
T'aggio appenar canusciuta, tutto `nzieme s'è scetato ‘stu penziero `mpietto a me, dint' ‘e vvene s'è appicciata chesta smania 'e te vedè. Era inclusa nella colonna sonora del film Guapparìa e girò il mondo. Nel 1993 D'Arena musicò Suonno su testo di Raffaele De
Novellis, incisa da Lella Olmo per la Mea Sound. Continua a portare nelle scuole, progetti sulla canzone napoletana. Nei concerti che ancora tiene nelle piazze e nei locali di lutto il Sud, fa precedere ogni esecuzione da un brano di storia, da un riferimento agli autori. Il suo repertorio parte dal Canto delle lavandaie del Vomero ma è concentrato sui capolavori del 1880-1930 e su brani da lui scritti, tra cui sono ancora da ricordare Chisà, Fatalità, Serenata a 'na bruna, Semplicità, Turrniento, A fruttaiola che gli fu ispirala dalla procace Silvia, che ancora vende frutta - ormai a tarda età - in una bottega del suo quartiere. |
Un pezzo siciliano Ogni esibizione di D'Arena comincia con la canzone portafortuna, la siciliana Amuri, amuri amuri, a ricordare che Napoli era la capitale di un Regno. |