Dario D Arena, con la sua chitarra, ha offerto un concerto che il pubblico ha premiato con applausi convinti

La canzone napoletana entusiasma Rionero

L’ANTOLOGIA della Canzone napoletana ha fatto tappa a Rionero in Vulture.
L’iniziativa, è parte di RioneroEstate2003, il carnet di attività e manifestazioni estive patrocinate dalla locale amministrazione comunale.
Dario D'Arena e la sua chitarra, hanno offerto al numeroso e attento pubblico presente, uno spettacolo che è andato ben oltre il semplice concerto.
L’artista, infatti, ha accompagnato il pubblico in un vero e proprio viaggio nella canzone napoletana fino al repertorio classico conosciuto da tutti, alternando battute, aneddoti e riferimenti storici e leggendari valorizzando la storia della canzone partenopea nell'intreccio tra musica colta e popolare.
II fascino e la magia della sua musica e della sua voce hanno offerto emozioni profonde.
II risultato è stato uno spettacolo apprezzato e applaudito largamente dai presenti: cultori, neofiti e curiosi immersi per oltre due ore in una realtà musicale conosciuta e amata nel mondo, tanto che a Tokyo, in Giappone, esiste addirittura il museo della canzone napoletana.
Dario D'Arena appartiene alla scuola dei cosiddetti cantanti “confidenziali”, ben rappresentata dal grande poeta Ernesto Murolo, definito il pittore di Napoli, poiché con un filo di voce propone le canzoni napoletane.
Con la sua voce semplice e priva di manierismo, con il sublime accompagnamento della chitarra di tradizione ottocentesca, dell'epoca d'oro della canzone partenopea e figlia del Calascione settecentesco con cui era consuetudine portare le classiche Calascionate cioè le serenate all'amata, Dario D'Arena con passione ha trasmesso efficacemente il fascino, la bellezza e la forza della musica napoletana.
La sua antologia cronologica della serata è partita dal '700 periodo in cui le canzoni erano scritte spesso anche da autori operistici come Nicola Piccinni, Giovanni Paisiello e da poeti come Salvatore Di Giacomo, Ferdinando Russo (considerato il Machiavelli dell'800), Libero Bovio, E. A. Mario, Ernesto Murolo, Salvatore Gambardella, discepolo di un fabbro ferraio che, fischiettando componeva, mentre altri scrivevano per lui poichè analfabeta. Puccini ascoltando il suo Marinariello esclamò: “Solo un napoletano può essere capace di tanto”.
Ammuri, ammuri, ammuri, Fenesta vascia, Oili Oilà, Scètate Furturella, Tarantelluccia, Tarantella Luciana, Carmela, cui è seguita la sua personale produzione con Pe n'ora ‘e freva, Tarantella 2000, Fontana all'ombra, Guapparia, E Allora, Dicitancell' vui.
Numerose le richieste fuori programma dei presenti accontentati generosamente con: Il vecchio Frack, O' surdat nnammurat, Reginella e les Feille Mort di Prevert. Una serata indimenticabile ricca di storia, poesia e divertimento che ha fatto immaginare, pensare e scoprire scorci e colori tipici della Bella Napoli, cogliendo nel contempo l’armonia e la musicalità del vernacolo nonché l’essenza della canzone napoletana che non è composta e cucita su misura per la voce di un cantante bensì è come la musica classica: un prezioso repertorio da interpretare.

Maria Pinto