MEROLA
CANTA
D'ARENA
Lo dicevamo. A
quelle tamerici del nostro cantautore Dario D'Arena (al secolo Dario
Cafazzo) - premio Rizzoli - si sarebbero aggiunti gli allori migliori
per un giovane del nostro paese. Allievo puro degli ischitani mari e
delle salsedini sorrentine, non inquinato dagli incensi (si fa per dire)
delle costiere industrializzate, poeta e citaredo classico di una natura
incontaminata, se nel passato a qualcuno poteva sembrare un avventuriero
in piscine solatie e su lidi che sapevano poco di "massa", ora Dario,
tenendo fede a quel suo senso gagliardo di cittadino delle zone "cafone"
e temperando il suo estro all'esperienza canora della città partenopea,
attento più che mai alle emozioni ed alle sfumature della canzone, ha
saputo raggiungere la mèta della celebrità nel campo musicale.
La sua escalation in questo campo non è stata occasionale. Preparato ed
intelligente, costante nel reperimento e nella scelta dei testi classici
da fornire ad un pubblico sempre più vasto, autore in proprio di testi
validi e vieppiù efficaci, melodico e passionale, esuberante ed anche
malinconico, mordace ed allegro, semplice e felice nell'espressività, ha
avuto l'assoluto riconoscimento di cantante-chitarrista e cantautore
valido - e in punta di piedi - il 25 giugno scorso, quando su espresso
invito di Nunzio Gallo (vincitore più volte di Festival di Napoli ed
anche di un'edizione nazionale di Sanremo) ha partecipato a Canale 21/TV
alla tavola rotonda sulla storia della canzone napoletana. Dico ciò a
giusto proposito, perché lo stesso Giovanni Amedeo, che è il più noto
critico di Napoli, non esita a catalogare la canzone di Dario tra quelle
ispirate al tema della "passione angosciosa" come per le classiche e
conosciutissime "Te voglio bbene assaie" e "Fenesta vascia".
Infatti la canzone di Dario "Pe' n'ora 'e freva" suggella proprio il
"tema dell'angoscia" che nei cuori dei napoletani è quello che fa
emozionare di più e distingue il napoletano con i suoi problemi
esistenziali dalle altre particolarità etnologiche. E Dario con questa
sua "angosciosa" canzone ha raggiunto i vertici che da tempo sperava.
Non che D'Arena sappia cantare esclusivamente "in napoletano", anzi... è
capace come tutti sanno di essere anche cantautore italiano e altoirpino
in particolare. Il riconoscimento del suo valore è venuto da Napoli, ma
io credo prima o poi verrà a livello nazionale... salendo le famose
cento scale , come dicono Bindi, Bennato e G.C.Gargiulo.
Dario meritava questa nostra attenzione, perché la gloriosa casa
editrice "F. Bideri" (che tra le sue canzoni annovera quelle di Di
Giacomo e Costa, Murolo e Tagliaferri, Bovio e Valente, Russo e Di Capua,
E.A.Mario e tanti altri nomi illustri che hanno resa celebre Napoli nel
mondo) tra 110 canzoni dei più noti maestri napoletani ha selezionato 10
canzoni da includere nell'LP (33 giri) di Mario Merola dal titolo " 'O
rre dda sceneggiata" e tra queste 10 ha scelto giustamente la canzone di
Dario "Pe' n'ora 'e freva".
Mario Merola quindi canta Dario D'Arena:... è quanto dire! quel Mario
Merola portavoce di Napoli canora nel mondo, il personaggio più popolare
di Napoli, il simbolo degli emigranti, porta in giro per il mondo, nel
suo 33 giri, la canzone del nostro Dario.
"Pe' n'ora 'e freva" non è una sceneggiata, non è un canto superficiale,
è un'angosciosa melodia, che una delle più prestigiose case
discografiche del mondo, la RCA, fa già conoscere a tutti. Che Dario,
come Nunzio Gallo, voglia vincere qualche edizione del festival di
Napoli?
Auguriamocelo.
Nicola Arminio |